mercoledì 5 agosto 2009

Il Maomettismo (don Giovani Bosco)

Padre. Senza dubbio per un cattolico non havvi scienza più importante di quella che lo istruisce nella propria religione. Scienza importante, e nello stesso tempo consolantissima, perchè ha fondamenti così certi e chiari che sotto a tutti i rapporti ci fanno ravvisare il concorso dell'Onnipotenza Divina. Questa Religione di Gesù Cristo, che unicamente conservasi nella Chiesa Cattolica Romana, secondo le parole del medesimo Salvatore, doveva essere in ogni maniera perseguitata, ma non mai vinta. In ogni tempo, in mezzo alle più sanguinose persecuzioni, sarebbesi conservata quale immobile colonna, sempre gloriosa, sempre visibile, sempre vittoriosa, senza mai usare altre armi che quelle della carità e della pazienza. Questa sua invariabilità conservata da' tempi di Gesù Cristo fino a noi, non può ad altro attribuirsi che all'Onnipotenza Divina.
Stabiliti così i fondamenti della nostra Santa Cattolica Religione, voglio trattenervi alquanto sopra alcuni curiosi avvenimenti: voglio dire sopra quelle Religioni che erano unite alla Chiesa Cattolica, e che un tempo si separarono.

Figlio. Benissimo, benissimo. Questo appunto desidero da lungo tempo. Quali sono queste religioni che un tempo si separarono dalla Chiesa Cattolica?
P. Prima di parlarvi delle religioni che un tempo si separarono dalla Chiesa Cattolica Romana, voglio notarvi che le religioni che non hanno i caratteri della divinità, e che noi chiamiamo false religioni, si possono ridurre all'Ebraismo, all'Idolatria, al Maomettismo, e alle Sette Cristiane professate dai Greci Scismatici, Valdesi, Anglicani e Protestanti.
Dell'Idolatria credo non occorra parlarvene, perchè ai nostri giorni, ad eccezione di pochissimi paesi in cui non potè ancora penetrare la luce del Vangelo, non esiste più.
Dell'Ebraismo parmi già di avervi parlato abbastanza nella prima parte di questi nostri trattenimenti.
Se vi piace, io vi parlerò delle altre cominciando dal Maomettismo.

F. Sì, sì, cominciate per dirci che cosa s'intenda per Maomettismo?
P. Per Maomettismo s'intende una raccolta di massime ricavate da varie religioni, le quali praticate giungono a distruggere ogni principio di moralità.

F. In quali paesi professasi questo Maomettismo?
P. Il Maomettismo si professa in una gran parte dell'Asia, ed anche in una parte dell'Affrica.

F. Il Maomettismo da chi ebbe principio?
P. Il Maomettismo ebbe principio da Maometto.

F. Oh! di questo Maometto abbiamo tanto piacere di sentire a parlare: diteci lutto quello che sapete di lui.
P. Troppo lungo sarebbe il riferirvi tutto quello che le storie raccontano di questo famoso impostore: lo procurerò soltanto di farvi conoscere chi egli fosse, e come abbia fondata la sua Religione.
Nacque Maometto da povera famiglia, di padre gentile e di madre ebrea, l'anno 570, nella Mecca, città dell'Arabia. poco distante dal Mar Rosso. Vago di gloria e desideroso di migliorare la sua condizione andò vagando per più paesi, e riuscì a farsi agente di una vedova mercantessa di Damasco, che poscia lo sposò. Egli era così astuto che seppe approfittare delle sue infermità e della sua ignoranza per fondare una religione. Patendo di epilessia, male caduco, affermava che quelle sue frequenti cadute erano altrettanti rapimenti a tener colloquio coll'Angelo Gabriele.

F. Che impostore, ingannar la gente in questa maniera! Avrà egli pure tentato di operar miracoli in conferma della sua predicazione?
P. Maometto non poteva fare alcun miracolo in conferma della sua religione, perchè non era mandato da Dio. Dio solo è autore dei miracoli. Siccome però vantavasi superiore a Gesù Cristo, subito gli si chiese che al par di lui facesse miracoli. Egli alteramente rispondeva che i miracoli erano stati operati da Gesù Cristo, e che egli era suscitato da Dio a ristabilire la religione colla forza.
Con tutto ciò vantavasi di averne operato uno, e diceva che, essendo caduto un pezzo della luna nella sua manica, egli aveva saputo racconciarla; in memoria di questo ridicolo miracolo i Maomettani presero per divisa la mezza luna.
Voi ridete, o miei figli, e ben con ragione, perciocchè un uomo di simil fatta doveva piuttosto considerarsi qual ciarlatano, non già predicatore di una nuova religione. Appunto per questo si sparse la fama che egli era un impostore, e come perturbatore della pubblica tranquillità, i suoi concittadini volevano imprigionarlo e porlo a morte. Pel che egli prese la fuga, e ritirossi nella città di Medina con alcuni libertini che l'aiutarono a rendersene padrone [14].

F. In che cosa propriamente consiste la religione di Maometto?
P. La religione di Maometto consiste in un mostruoso mescolamento di giudaismo, di paganesimo e di cristianesimo. Il libro della legge Maomettana è detto Alcorano, ossia libro per eccellenza. Questa religione dicesi anche Turca perchè è molto diffusa nella Turchia; Musulmana da Musul, nome che i Maomettani danno al direttore della preghiera; Islamismo, dal nome di alcuni suoi riformatori; ma è sempre la medesima religione fondata da Maometto.

F. Perchè Maometto fece quel mescolamento di varie religioni?
P. Perchè i popoli dell'Arabia essendo parte Giudei, parte Cristiani, ed altri Pagani, egli, per indurli tutti a seguirlo, prese una parte della religione da loro professata. e trascelse specialmente quei punti che possono maggiormente favorire i piaceri sensuali.

F. Bisognava proprio che Maometto fosse un uomo dotto?
P. Niente affatto, sapeva nemmeno scrivere; e per comporre il suo Alcorano fu aiutato da un Ebreo e da un monaco apostata. Parlando di cose contenute nella Storia Sacra confonde un fatto coll'altro; per esempio, attribuisce a Maria, sorella di Mosè, più fatti che riguardano Maria, madre di Gesù Cristo, con moltissimi altri spropositi.

F. Questa mi par bella: se Maometto era ignorante, nè fece alcun miracolo, come potè propagare la sua religione.
P. Maometto propagò la sua religione, non con miracoli o colla persuasione delle parole, bensì colla forza delle armi. Religione che, favorendo ogni sorta di libertinaggio, in breve tempo fece diventar Maometto capo di una formidabile truppa di briganti. Insieme con costoro scorreva i paesi dell'Oriente guadagnandosi i popoli, non coll'insinuare la verità, non con miracoli o con profezie; ma per unico argomento egli innalzava la spada sul capo dei vinti gridando: o credere o morire.

F. Canaglia, sono questi gli argomenti da usarsi per convertire la gente? Senza dubbio, essendo Maometto tanto ignorante, avrà disseminato nell'Alcorano molti errori?
P. L'Alcorano si può dire una serie di errori i più madornali contro la morale e contro il culto del vero Dio. Per esempio, scusa dal peccato chi nega Dio per timore della morte; permette la vendetta; assicura a' suoi seguaci un paradiso, ma pieno di soli piaceri terreni. Insomma la dottrina di questo falso profeta permette cose tanto oscene, che l’ animo cristiano ha orrore di nominare.

F. Che differenza passa tra la Chiesa Cristiana e la Maomettana?
P. La differenza è grandissima. Maometto fondò la sua religione colla violenza e colle armi: Gesù Cristo fondò la sua Chiesa con parole di pace, servendosi de' poveri suoi discepoli. Maometto fomentava le passioni, Gesù Cristo comandava la negazione di sè stesso. Maometto non fece alcun miracolo, Gesù Cristo ne operò senza numero in pieno giorno ed in presenza d'innumerevole moltitudine. Le dottrine di Maometto sono ridicole, immorali e corrompitrici: quelle di Gesti Cristo sono auguste, sublimi e purissime. In Maometto non si compì veruna profezia; in Gesù Cristo tutte. Insomma, la Religione Cristiana, in certa maniera, rende l'uomo felice in questo mondo per sollevarlo poi ai godimenti del cielo; Maometto degrada ed avvilisce la natura umana, e riponendo ogni felicità nei sensuali piaceri, riduce l'uomo al grado degli animali immondi.


[14] Questa fugga di Maometto appellasi Egira elle vuoi dire fuga da cui appunto comincia l'era musulmana, e corrisponde all'anno di Cristo 622.


sac. Giovanni Bosco
Trattenimento XIII. Il Maomettismo.

in

IL CATTOLICO ISTRUITO NELLA SUA RELIGIONE
TRATTENIMENTI DI UN PADRE DI FAMIGLIA CO' SUOI FIGLIUOLI SECONDO I BISOGNI DEL TEMPO

EPILOGATI DAL SAC. BOSCO GIOVANNI


TORINO, 1853.
TIPOGRAFIA DIR. DA P. DE-AGOSTINI
Via della Zecca, N°. 23, casa Birago.

sabato 11 aprile 2009

Chi era Maometto, e quale la sua religione? (San Giovanni Bosco)

Maometto il più famoso impostore che fosse mai, nacque da povera famiglia di padre gentile e di madre ebrea l'anno 554 nella Mecca città dell'Arabia distante circa venti miglia dal mar Rosso. Vagando egli per cercar fortuna, fu fatto agente di una vedova mercantessa di Damasco che poscia lo sposò; patendo egli epilessia, seppe far questa sua medesima infermità base della sua religione, affermando, che quelle sue frequenti cadute, erano altrettanti rapimenti a tener colloquii coll'Angelo Gabriele. Siccome vantavasi superiore a Gesù Cristo, subito gli si chiese che facesse miracoli, ed egli rispondeva che i miracoli erano stati operati da Gesù Cristo, e che egli era suscitato da Dio a ristabilir la religione colla forza. Con tutto ciò l’impostore nel suo alcorano vanta di averne operato uno, ma molto ridicolo, dicendo che essendo caduto un pezzo della luna nella sua manica, egli aveva saputo racconciarlo; da che i maomettani hanno preso per divisa la mezza luna. Conosciuto così per uomo scapestrato, e perturbatore della città, i cittadini vollero imprigionarlo e porlo a morte. Ma l’accorto Maometto pigliò la fuga, e ritirossi in Medina con certi libertini che l’aiutarono ad impadronirsi di quella città.
Questa fuga di Maometto è chiamata col nome di Egira, che vuol dire persecuzione, da cui appunto cominciò l’era Musulmana, e corrisponde all’anno di Cristo 622. La sua religione è un mostruoso mescolamento di Giudaismo, di Paganesimo, e di Cristianesimo. Il libro della legge Maomettana è detto Alcorano ossia libro per eccellenza; libro pieno di contraddizione; per compor il quale non sapendo Maometto scrivere si fece aiutar da un Ebreo, e da un Monaco Persiano apostata di nome Sergio.
Questa religione favorendo ogni sorta di libertinaggio, in breve tempo il suo autore divenuto capo d’una formidabile turba di masnadieri, potè or colla persuazione delle parole, or colla forza delle armi dilatarla quasi per tutto l'Oriente; dimodochè quella regione che fu la culla della Chiesa di Gesù Cristo, secondando lo spirito di Seisma che già da alcun tempo andava di giorno in giorno crescendo, cadde miseramente, e si lasciò acciecare da una religione che ripone ogni felicità nè’sensuali piaceri, riducendo così La natura dell'uomo a quella degli animali immondi. Maometto dopo nove anni di regno tirannico, mori nella città di Medina l'anno 632.

don Giovanni Bosco
in Storia ecclesiastica, Torino 1845

martedì 31 marzo 2009

Non può esser vera la religione maomettana (Sant'Alfonso Maria de' Liguori)

1. Vediamo in primo luogo le qualità di Maometto, che stabilì questa religione, diciam meglio questa infame setta che ha mandate tante anime all'inferno. Egli ebbe qualche dote naturale; fu di bello aspetto, d'ingegno penetrante, cortese nel tratto, liberale e grato ai beneficj. Ma all'incontro fu dominato dal vizio della libidine, e perciò tenne da 15 mogli, e più di 24 concubine, fingendo di avere avuto in ciò il permesso da Dio, poiché agli altri non concedeva egli più di quattro mogli; e quindi poi nel suo Alcorano ripose nelle sozzure della carne la massima parte della felicità eterna. Fu dominato ancora dalla superbia, che lo fece talvolta diventar crudele. Basti sapere che una volta ad alcuni che si avean presi certi suoi cammelli, fece tagliar le mani e i piedi, e cavare gli occhi con un ferro rovente, e poi li fece lasciar così, finché spirassero l'anima (1).

2. Vediamo ora che cosa sia l'Alcorano di Maometto, e quali dogmi e precetti ivi s'insegnino. Alcorano significa lezione, o sia libro di lezione. I titoli del libro sono varj secondo le varie edizioni. Si divide in Sure, o sieno Azoare 114, e le Sure dividonsi in Ayat, cioè segni di diversa lunghezza, che contengono attributi di Dio e precetti o giudizj di cose mirabili, e questi segni terminano col ritmo corrispondente al verso precedente. L'Alcorano è scritto in lingua pura araba e con eleganza di parole, affettando un modo profetico. Vi sono giudizj, istorie ed esortazioni. A' giudizj spettano le leggi così per le cose sacre, preci, pellegrinaggi e digiuni, come per le cose politiche, tribunali, matrimonj ed eredità. Alle istorie spettano molte narrative, parte prese da' libri sacri, ma corrottamente, e parte finte, o pur ricavate da' libri apocrifi e specialmente del Talmud de' giudei. Alle esortazioni poi si riferiscono gl'inviti alla nuova religione, alla guerra per difesa di quella, alle preci ed alle limosine, minacciando le pene dell'inferno a' trasgressori, e promettendo le delizie del paradiso agli osservanti. Talvolta si finge Dio, o l'angelo che parla: talvolta poi parla lo stesso Maometto o ai Meccani o a' giudei, o a' cristiani. Altre volte parlano i beati del paradiso ovvero i dannati dell'inferno: sicché l'Alcorano è una specie di dramma, in cui sono diversi che parlano.

3. Dicono i Maomettani che l'Alcorano non è composto da Maometto, né da altri, ma solamente da Dio, e da Dio è stato dato a Maometto. In quanto poi al modo e tempo, dicono mille inezie. Altri dicono che l'Alcorano è stato eterno, sempre presente al trono di Dio in una certa tavola, ove stavano scritte tutte le cose passate, presenti e future. Altri dicono che in una certa notte del mese romadan, in cui suppongono che Dio dispone tutte le cose, scese questo libro dal trono divino. Altri dicono che l'arcangelo Gabriele rivelò a Maometto tutto quello che sta scritto nell'Alcorano. Altri dicono che Maometto ricevea da quando in quando alcuni versi, ed egli li facea conservare in una cassa: altri dicono altri spropositi. Del resto oggi negli esemplari che noi abbiamo dell'Alcorano vi sono molte lezioni varie che variano sentenza. I nostri scrittori dicono che l'Alcorano fu composto da Maometto o tutto da sé, o coll'aiuto di un certo monaco Sergio, o d'altri. Chi poi volesse intender più cose dell'Alcorano circa la sua scrittura, legga Marraccio nel prodromo all'Alcorano (2).

4. Parlando poi della teologia dell'Alcorano, dee sapersi che questo libro è ripieno d'una farragine confusa di favole, di precetti e di dogmi tutti inetti, fuori di quelli che son presi dalla legge ebraica e cristiana. Maometto riconoscea per divina la missione così di Mosè, come di Gesù Cristo, come anche riconoscea per legittima l'autorità delle nostre sacre scritture, almeno in più parti, dicendo che le altre sono state corrotte; ond'egli colla sua pretesa religione (che dicea esser la stessa che tennero Mosè e Gesù Cristo) volea riformare e perfezionare così la religione giudaica, come la cristiana. Ma in verità altro non fece che formare una setta che discrepava dall'una e dall'altra. Maometto credea esservi un Dio, e dalla Sura 4. vers. 17. si ricava che credesse anche la Trinità delle persone nella natura divina: Neque dicant tres (Deos), Deus enim unus est. Credeva esser di fede esservi gli angeli, ma dicea che essi hanno corpo, e sono anche di diverso sesso; Sura 2. e 7. Diceva ancora essere assegnati due angeli custodi a ciascun uomo, e questi mutarsi ogni giorno. Dicea di più che vi sono angeli e demonj di diverse specie, chiamati genj, i quali mangiano e bevono, ed anche si propagano e muoiono, ed anche son capaci della futura salute e dannazione.

5. Vi sono poi nell'Alcorano molte cose indegne di Dio. Ivi si dice (come bestemmiano ancora gli ebrei talmudisti) che Dio fu costretto a dire una bugia, per metter pace tra Sara ed Abramo. Ivi s'induce Dio che giura per li venti, per gli angeli ed anche pei demonj; quando che Dio solo per sé può giurare, non già per le creature. Di più nella Sura 43. s'induce Dio che prega per Maometto: Cum Deus et angeli propter prophetam exorent. Nella Sura 56. dice Maometto che Dio gli permise di violare un giuramento. E nella Sura 43. che gli permise di potersi mischiare con qualunque donna anche maritata e consanguinea. Dice poi molte bugie. Nella Sura 17. scrive che Dio comandò agli angeli che adorassero Adamo, e che tutti gli ubbidirono, fuorché Belzebub. Dice nella Sura 13. che Maria madre di Gesù è adorata da noi per Dio. Nella Sura 27. dice ch'egli fu rapito da Dio in cielo per essere ammaestrato de' misterj. Nella Sura 25. dice che Iddio ha creato il demonio da un fuoco pestifero.

6. Vi sono poi nell'Alcorano mille contraddizioni. Nella Sura 11. chiama Gesù Cristo spirito di Dio e suo messo: Iesus Mariae filius nuntius suusque spiritus; e poi nega essere Dio, e dice che non è stato crocifisso, ma in suo luogo fu crocifisso uno simile a lui. Nella stessa Sura 11. dice che ognuno, sia giudeo o cristiano, e benché lasci una legge per un'altra, se adora Dio, ed opera bene sarà amato da Dio, e si salverà; e poi nella Sura 3. dice che i Maomettani si dannano se lasciano la loro legge. Nella Sura 20. dice che niuno dee sforzarsi alla fede; e poi nella Sura 9. dice che gl'infedeli debbono essere uccisi. Nella Sura 2. dice che ciascuno può salvarsi nella sua religione, sia giudeo, cristiano o sabaita: Qui crediderint et iudaei et christiani et sabaitae in Deum, et fecerint bonum, ipsis erit merces apud Dominum; e poi nella Sura 3. dice il contrario: Et qui secutus fuerit aliam religionem praeter istam (cioè la maomettana), ipse in futuro seculo erit pereundus. I maomettani confessano queste contraddizioni, ma dicono che Dio stesso è stato quello che si è rivocato.

7. Dicono di più i maomettani che dopo morte nel sepolcro da due persone Moncker e Hakir hanno da essere pesate le opere di ognuno in due coppe di bilancia, che eguagliano la superficie del cielo e della terra. Dicono poi che vi è il ponte Sorat, dal quale i peccatori cadranno nell'inferno, dove gl'infedeli staranno per sempre; ma quelli che avranno creduto ad un Dio, vi staranno per qualche tempo, ma non più di mille anni, e poi passeranno alla casa della pace; ma prima d'entrare in questa casa beveranno l'acqua della piscina di Maometto perciò i maomettani si radono il capo, e vi lasciano una ciocchetta di capelli, sperando che per quella Maometto potrà cavarli dall'inferno. Essi sperano che almeno nel giorno del giudizio Maometto colle sue preghiere salverà tutti i suoi seguaci. Il paradiso poi che promette l'Alcorano, è un paradiso di cui si vergognerebbero anche le bestie: è un paradiso ove non vi sono altri piaceri che sensuali. Dice che ivi sono due orti ornati di alberi, fonti e pomi e donne, e che ciascuno avrà in cielo tante mogli, quante ne avrà avute in questa terra, e l'altre poi saranno concubine. Ecco come si scrive nella Sura 86. ed 88. : Ubi dulcissimas aquas, pomaque multimoda, fructus varios et decentissimas mulieres, omneque bonum in aeternum possidebunt. Avicenna maomettano, vergognandosi di tal promessa per la vita eterna, dice che Maometto in ciò avea parlato allegoricamente; ma l'Alcorano in niun luogo ammette questa spiegazione sognata da Avicenna. In quanto poi ai precetti naturali, l'Alcorano insegna: principalmente la legge della natura; scusa non però coloro che l'offendessero per causa di timore. Ammette (come già si è detto) l'avere più mogli, sino a quattro, purché possa conservarsi la pace con tutte, altrimenti ordina che se ne prenda almeno una, e concede il ripudio per due volte.
Proibisce poi il disputare sopra l'Alcorano e le scritture sacre; e ciò asserisce nelle Sure 22. e 29. essere precetto divino. Per altro con molta accortezza da questo impostore fu dato un tal precetto; giacché tutta la forza della sua legge è nell'ignoranza. Vi sono di più altre leggi positive di purificazioni, orazioni e limosine: di più del digiuno nel mese romadan e del pellegrinaggio alla Mecca. Si narra da un buono autore che Maometto mettea del grano dentro del suo orecchio, e che avea avvezzata una colomba a venire a beccarlo, affin da far credere agli altri che egli per tal mezzo era ispirato da Dio circa le cose che insegnava. Ed in conferma di ciò due maroniti presso Bayle dicono trovarsi nella Mecca alcune colombe, che dai turchi son rispettate come sacre, credendo essi che discendano da quella che parlava a Maometto.

8. Sicché non può esser vera la religione de' gentili, non quella de' giudei, non quella de' maomettani: dunque la cristiana è l'unica vera. Ma perché nella cristiana religione vi sono diverse chiese, che discordano dalla chiesa cattolica romana, vediamo per ultimo quale fra tutte sia la vera chiesa e per conseguenza la vera religione.

Sant'Alfonso Maria de' Liguori


1) Maometto fu arabo di nazione, nacque nella Mecca nell'anno 571. Fu oriundo di famiglia nobilissima. Dopo la morte del padre fu applicato alla mercatura da' suoi parenti, attesoché prima fu educato in casa del suo avo e poi di un certo suo zio, dal quale di anni 13. fu condotto nella Siria. Ma di là ritornato nella patria d'anni 25, fu preso nella sua età d'anni 28 da una certa vedova nobile e ricca, chiamata Kadia, per suo fattore. Posto egli in questa condizione più alta cominciò a meditare di mutare e far mutar religione a tutta la sua patria, intendendo di liberare gli arabi dall'idolatria, nella quale egli era stato educato, e di restituire al mondo, come diceva, la religione primiera di Adamo, di Noè, di Abramo, di Mosè ed anche di Cristo, in somma di tutti i profeti del vero Dio; e perciò finse di aver colloquj coll'angelo Gabriele nella grotta d'Hira, che non era molto distante dalla Mecca, dove spesso si ritirava.
Essendo poi d'anni 40, ed essendo stato sino a quel tempo idolatra, si assunse l'officio di profeta, e per tale si fece tenere prima dalla sua moglie e da certi suoi parenti e domestici e poi da un certo Abubekero uomo di grande autorità, coll'aiuto del quale acquistò molti potenti paesani della Mecca. Dopo tre anni adunò in un convito 40 persone con Aly suo cugino, ed allora aprì la sua missione divina, come diceva. Ma da tutti, fuorché da Aly, fu allora deriso. Egli nulladimanco, non perdendosi d'animo, costituì Aly suo vicario, e cominciò a predicare in pubblico nella Mecca, dove fu a principio udito da' suoi paesani; ma quando poi si pose a riprovare i loro dei, lo perseguitarono a morte, e solo un certo Abotaleb colla sua autorità e prudenza lo liberò; ma i meccani stabilirono di non avere più commercio né con Maometto, né co' suoi aderenti. Egli non però avendo in questo tempo composta già parte dell'Alcorano, spesso provocava i suoi avversarj a formare alcuna parte simile, dicendo che non avrebbero mai potuto comporne un solo capitolo. E richiedendo coloro alcun miracolo della sua missione, rispondea ch'egli era stato mandato da Dio non a far miracoli, ma solo a predicar la verità.
Dicono per tanto i maomettani che il miracolo del legislatore è stata la propagazione della loro legge fatta nella massima parte del mondo. Ma a ciò si risponde che non può dirsi miracolo il vedere abbracciata una legge, per cui si vive più secondo il piacere de' sensi, che secondo la ragione. Oltreché questa propagazione fu fatta nell'Arabia, ove la massima parte era di gentili, vi erano pochi cristiani, e gli altri erano giudei o eretici ariani e nestoriani, fuggiti colà per gli editti degl'imperatori, ed in tutti poi regnava una somma ignoranza. Un tal miracolo bensì è avvenuto nella propagazione del vangelo, che insegna una legge opposta agli appetiti carnali. Con tutto ciò Maometto pure vantava di aver fatto un gran miracolo (ma miracolo d'un buffone per la scena): diceva nell'Azoara 64 del suo Alcorano, che essendo caduto un pezzo di luna nella sua manica, egli ebbe l'abilità di racconciarlo: che perciò poi l'imperio de' turchi porta l'impresa della mezza luna.
Indi, essendo morti la sua moglie Kadia e l'amico Abotaleb, Maometto nell'anno decimo della sua finta missione si vide abbandonato quasi da tutti; onde fu costretto a ritirarsi dalla Mecca in Tayef, luogo distante 60 miglia. Ma dopo un mese tornò alla Mecca, e si pose sotto la protezione di Al-Notaam Abn-avi. Nell'anno duodecimo cacciò fuori la favola del suo viaggio notturno in Gerusalemme e di là in cielo; ma questa favola parve così ridicola, che sarebbe rimasto affatto abbandonato da tutti, se un certo Abu-ker non avesse detto ch'egli non poteva negare la sua fede a Maometto. E nello stesso duodecimo anno si strinsero con giuramento a Maometto molti della città di Medina, e tra questi il principe della tribù detta Avos. Maometto avea dichiarato di non aver altro comando da Dio, che di predicar la verità, ma non di forzare gli uomini a crederlo; ma essendo di poi fuggito da Medina per evitar la morte macchinatagli dai meccani, dichiarò egli il precetto di perseguitare colle armi gl'infedeli, e colle vittorie propagar la fede, e d'indi in poi visse sempre in guerra, alle volte perdendo, ma più spesso vincendo.
Andò appresso con 1400 soldati alla Mecca, ed ottenne una tregua co' nemici, ma col patto che gli concedessero il potersi con esso arruolare quei che voleano seguirlo. Scrisse poi lettere al re di Persia, dell'Etiopia e di Roma, e gl'invitò ad abbracciare la sua religione. Indi si fece signore della Mecca: donde avendo scacciata l'idolatria, piantò la sua setta; e nell'anno seguente ricevette gli ambasciatori da tutte le tribù dell'Arabia, le quali, vedendo soggiogata la tribù più potente di tutta la nazione, abbracciarono l'Alcorano. Finalmente Maometto nell'età di sessentatré anni morì, e si dice morto di veleno.

2) Part. 4. c. 27.

sabato 7 febbraio 2009

Maometto (San Tommaso d’Aquino)

Coloro invece che introdussero sette erronee procedettero per vie del tutto contrarie, com’è evidente nel caso di Maometto, il quale allettò i popoli con la promessa di piaceri carnali, ai quali essi sono già propensi per la concupiscenza della carne. Inoltre diede precetti conformi a codeste promesse, sciogliendo le briglie alle passioni del piacere, in cui è facile farsi ubbidire dagli uomini carnali.
In più egli non diede altri insegnamenti all’infuori di quelli che qualsiasi persona mediocremente istruita può dare facilmente e comprendere col suo ingegno naturale; anzi, le verità stesse che egli insegnò sono mescolate a favole e a dottrine falsissime. E neppure si servì di miracoli soprannaturali, che costituiscono la sola testimonianza adeguata della rivelazione divina, in quanto un fatto visibile, il quale non può attribuirsi che a Dio, mostra essere ispirato da Dio colui che insegna questa data verità. Ma disse di essere stato inviato con la potenza delle armi: il quale contrassegno non manca neppure ai briganti e ai tiranni.
Inoltre a lui inizialmente non credettero uomini pratici delle cose divine ed umane, ma uomini bestiali abitanti nel deserto, del tutto ignari delle cose di Dio; e servendosi poi del loro numero, egli costrinse gli altri ad accettare la sua legge con la forza delle armi. E neppure ebbe anteriormente la testimonianza dei profeti precedenti; anzi egli guasta tutti gli insegnamenti del Vecchio e del Nuovo Testamento con racconti favolosi, come risulta dalla lettura della sua legge. Ecco perché con astuzia egli proibisce ai suoi seguaci di leggere i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, per non essere tacciato di falsità. Perciò è evidente che coloro che credono in lui compiono [oggettivamente] un atto di leggerezza.


S. Tommaso d'Aquino, “Non è atto di leggerezza l'assenso alle cose di fede, per quanto esse siano superiori alla ragione”, in Somma contro i Gentili, Cap. VI, p. 69, UTET, Torino 1975.